Un itinerario culturale nella Toscana del XIII secolo
L'itinerario si snoda in aree di grande interesse per la tradizioni storiche e per particolare valori territoriali che meritano un'adeguata valorizzazione culturale, anche in considerazione del fatto che la Toscana offre enormi ricchesse distribuite in modo capillare ma talora poco conosciute. I nodi di questo itinerario sono costituiti da tre abbazie, molto diverse l'una dall'altra, sia per l'appartenenza a congregazioni sviluppatesi in tempi diversi dal ceppo original, sia per storia, architettura e frunzioni. Tutte e tre sono esempi particolarmente rilevanti della potenza e del ruolo svolto alle abbazie nella passata organizzazione del territorio, aspetto questo che oggi sfugge pressoché totalmente alla percezione comune, incentrata su una visione decontestualizzata e focalizzata su una valutazione esclusivamente religiosa, che corrisponde a una dimensione assai riduttiva della situazione reale. Il collegamento fra le tre abbazie permette di costruire un itinerario ricco e articolato, in cui i motivi religiosi si intrecciano strettamente con quelli di interesse ambientale, storico e artistico. Si passa dal paesaggio delle colline plioceniche delle Crete a quello dei lievi antiappenninici delle Colline Metallifere e della montagna amiatina, in un ambiente carico di storia, che offe quindi lo spunto per approfondire tematici quali ruolo svolto dai benedettini nell'organizzazione del territorio o la toponomastica legata alla viabilità. 'E un'occasione per percorrere tratti della Via Francigena, sulle orme dei pellegrini, per visitare borghi medievali e cittadine rinascimentali, per capire quanto delle polotiche territoriali dei secoli passati sia rimasto impresso nel paesaggio attuale, ma anche per apprezzare momenti di puro svago come i bagni caldi conosciuti e frequentati da secoli.
I luoghi dell'itinerario
L'Abbazia di San Galgano
L'Abbazia di San Galgano è sorta più in recente, tra la fine del XII e i primi del XIII secolo, e rappresenta un esempio fra i più significativi di architettura gotica di impronta francese in Italia. Da lungo tempo abbandonata, ha subito opere di consolidamento soltanto della struttura esterna: priva com'è del soffitto e della pavimentazione, offre tutto il fascino della rovina e della leggenda che aleggia intorno alla spada nella roccia e al santo cavaliere. Uscendo da Siena verso sud lungo la statale n.73, si giunge, dopo circa una trentina di km, al Bivio del Madonnino, cosi' detto per la presenza di una cappella dedicata alla Vergine: poco dopo, superata una rampa da cui si gode uno splendido panorama sulle verdi colline circostanti, si è in vista dell'abbazia di S. Galgano, che si raggiunge dopo una breve deviazione sulla sinistra. 'E questo uno dei principali monumenti, insieme a Fossanova in provincia di Latina, dell'architettura gotico-cistercense in Italia.
L'Abbazia di Sant'Antimo
Affidata oggi a monaci benedettini premonstratensi, le sue origine risalgono a Carlo Magno. Ha una storia importante alle spalle, legata al ruolo svolto nel Medioevo nell'organizzazione territoriale del Senese, di cui ha rappresentato uno dei grandi feudatari ecclesiastici. Nel tempole sue prerogative funzionali sono venute mena, ma resta assai suggestiva per l'originalità dei caratteri architetturali, per i riti celebrati con i canti gregoriani e per il contesto paesaggistico in cui è collocata. L'edificio si trova in posizione isolata sulla strada che da Montalcinoraggiunge Castelnuovo dell'Abate e la stazione di Monte Amiata, nella solitaria Valle Starcia, a 9 km da Castelnuovo. Si tratta di una importante testimonianza dell'antica organizzazione feudale del territorio senese e di unodei più suggestivi monumenti dell'alte romanica in Italia, costruita nel XII secolo su una chiesa preesistente che la tradizione afferma sia stata fondata da Carlo Magno.
L'Abbazia di Monte Oliveto Maggiore
L'abbazia di Monte Oliveto Maggiore è ancora oggi in piena attività. Gestita da l'ordine dei benedittini olivetani, possiede una grande e preziosa biblioteca, un noto laboratorio di restauro di libri antichi, opere d'arte molto ben conservate come i cicli di affreschi del Sodoma e di Luca Signorelli e una struttura organizzative in grado di sostenere anche flussi turistici di discreta intensità. Il monastero, isolato in mezzo a una selva di cipressi secolari, su un'alture che domina lo scabro paesaggio delle Crete, dista solo 33 km da Siena. Si tratta di un grandioso complesso, fondato nel 1313 da Giovanni Tolomei, che assunse il nome di Bernardo in onore del santo abate di Clairvaux, Patrizio Patrizi e Ambrogio Piccolomini, decisi ad abbandonare ogni agio per ritirarsi a vita monastica nel "deserto di Accona". La comunità fu inserita nella Regola benedittina nel 1319. Nel 1320 inizio' la costruzione del monastero e nel 1344 la Congregazione olivetana ricevette la conferma da Clemente VI. Il monastero assunse il nome di Monte Oliveto Maggiore per distinguere il proprio ruolo di casa madre dagli omonimi cenobi di Firenze, San Gimignano e Napoli.
Le "Crete Senesi"
"paesaggi di carattere collinare, che si differenziano in due tipi secondo che la costruzione sia sabbiosa o argillosa: da questa diversità sono infatti influenzati tanto le forme del suolo, quanto le colture e il popolamento. In ambidue i casi siamo in presenza di paesaggi in cui predominano minuti elementi, anche se dalle sommità possiamo scorgere larghi panorami di ripetuti crinali ondulati, a guisa di una serie di quinte d'altezza pocco differente" Aldo Sestini